Neuropsicologia: definizione

Nel 1972 Hècaen definì così la neuropsicologia: “la disciplina che ha come oggetto di studio le funzioni mentali superiori nel loro rapporto con le strutture cerebrali. Essa si fonda sullo studio dei disturbi del comportamento conseguenti a una lesione di tali strutture in seguito a una malattia o dopo una loro modificazione sperimentale ( neuropsicologia animale).

La neuropsicologia clinica ha quindi l’obiettivo di valutare e riabilitare i disturbi cognitivi, comportamentali ed emotivo-motivazionali causati da lesioni o disfunzioni del sistema nervoso centrale.

Neuropsicologia: diagnosi e cura dei processi cognitivi

Il neuropsicologo attraverso l’utilizzo di strumenti utili ad esaminare i diversi deficit, al fine di giungere ad un’accurata diagnosi, ha il compito di valutare e riabilitare le conseguenze cognitive dei danni cerebrali provocati da eventi patologici di diversa natura:

• patologie neurodegenerative ( Demenza di Alzheimer, Frontotemporale, Vascolare, a Corpi di Lewy, Parkinsonismi ecc..);
• patologie demielinizzanti (Sclerosi Multipla);
• ictus cerebrali (ischemico o emorraggico);
• patologie infettive (encefaliti e meningiti);
• traumi cranici;
• neoplasie.

In particolare il neuropsicologo si avvale dell’esame neuropsicologico, che avviene attraverso l’utilizzo di test per la valutazuione di memoria, linguaggio, attenzione, funzioni esecutive e funzioni visuospaziali. Una volta valutato il paziente il neuropsicologo si avvale poi della riabilitazione neuropsicologica effettuatta attraverso percorsi mirati al superamento dei deficit ove possibile.